ASTRONEWS 16/7: LE NOTIZIE DI MEDIA INAF

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Ecco gli ultimi articoli pubblicati su MEDIA INAF
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LAMPI GAMMA BREVI MOLTO DIREZIONALI

Un gruppo di ricerca a guida italiana e a cui hanno partecipato astronomi

dell’INAF ha calcolato che possiamo vedere solo il 4 per mille dei lampi

gamma “brevi”, prodotti nella fusione tra stelle di neutroni, perché i loro

getti sono molto “stretti”. Più possibilità di vedere le relative onde

gravitazionali, ma meno probabilità di vederle contemporaneamente

alla controparte elettromagnetica. I commenti di Troja (NASA) e Ricci (INAF)

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IMMAGINI LIVE DALLA ISS SOTTO ACCUSA

Ci risiamo, la NASA è accusata di aver interrotto il segnale delle camere

predisposte alla trasmissione in diretta poco dopo che un UFO era apparso

nel loro campo di vista. «Chi crede che la NASA veda UFO in continuazione

non sa come funzionano le tecnologie», spiega a Media INAF Paolo

Attivissimo, giornalista informatico e cacciatore di bufale

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NON SI TRATTA DI GIGANTI SOLITARI

Eravamo abituati a considerarli come giganteschi esopianeti bollenti,

condannati alla solitudine nell’orbita rovente di una stella ospite. Invece

i cosiddetti “gioviani caldi” potrebbero convivere con pianeti di dimensioni

paragonabili alla Terra o a Nettuno. Kepler ne ha individuati 11

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CON UN CARME DI GIOVANBATTISTA CUTELLI

Doppio anniversario per Giuseppe Piazzi, l’astronomo che scoprì Cerere,

nato in Valtellina il 16 luglio 1746 e morto a Napoli il 22 luglio 1826.

Ripercorriamo qui la sua biografia e alcuni dei tanti tributi – ritratti,

epigrafi, liriche – con i quali scienziati e letterati di tutt’Europa vollero

celebrarlo

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ROBOT PER ASSEMBLARE TELESCOPI NELLO SPAZIO

Costruire grandi telescopi nello spazio servendosi di un sistema modulare

e completamente robotizzato di montaggio. Senza dover fare i conti con

limiti di volume e massa nella fase di lancio. È l’idea innovativa di un

gruppo di scienziati del Caltech e del NASA JPL. Fra loro anche l’italiano

Sergio Pellegrino

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L’UNIVERSO OSCURO MAI COSÌ NITIDO

Un volume d’universo pari a 650 miliardi di anni luce cubi. Circa 1,2 milioni

di “puntini”, ovvero galassie accuratamente mappate in 3D. E 13 articoli

scientifici in un colpo solo. Sono i numeri da record dell’ultima impresa di

BOSS. Con il commento di Pierluigi Monaco (Università di Trieste e INAF)

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UNA MATRIOSKA TRA LE STELLE DI M33

Il gas espulso dall’esplosione di una supernova dovrebbe spazzare tutto il

circondario, ma non sempre questa pulizia cosmica è fatta a fondo. Lo

testimonia un sorprendente caso trovato dal telescopio William Herschel

alle Canarie: tre resti di supernova uno dentro l’altro

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DATI OTTENUTI DALLA SONDA SDO DELLA NASA

Le concentrazioni di flusso magnetico, responsabili delle macchie solari,

viaggiano sotto la superficie del Sole a velocità molto inferiori rispetto a

quanto previsto dalla teoria. Questo il risultato di uno studio condotto

sui dati raccolti dalla sonda Solar Dynamics Observatory della NASA

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VISTA DA ALMA IN UN DISCO PROTOPLANETARIO

Grazie ad ALMA è stata osservata per la prima volta, all’interno di un

disco protoplanetario, la “linea di neve” dell’acqua: quel confine

termodinamico oltre il quale la temperatura del disco di gas e polveri

che circonda una giovane stella scende abbastanza perché si formi ghiaccio

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IL VORTICE GRAVITAZIONALE VISTO DA XMM E NUSTAR

Osservato per la prima volta, grazie ai satelliti XMM-Newton dell’ESA e

NuSTAR della NASA, l’effetto Lense-Thirring in un campo gravitazionale

intenso. Andrea Comastri (INAF): «Una misura con implicazioni importanti,

sia per lo studio dell’accrescimento di materia da parte dei buchi neri, sia

come test di relatività generale»

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STUDIATO BUCO NERO SUPERMASSIVO E SUPERSONICO

Prima pubblicazione scientifica per il Sardinia Radio Telescope: è in uscita su

MNRAS un approfondito studio su un buco nero supermassivo, che sta

precipitando verso un ammasso di galassie alla straordinaria velocità di

alcuni milioni di chilometri l’ora. I risultati confermano l’eccezionale qualità

di SRT e della sua strumentazione d’avanguardia

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IL PIATTO PROTOSTELLARE È SERVITO

Uno studio guidato dall’istituto tedesco Max Planck ha scoperto che

dietro le quinte della formazione dei dischi protostellari c’è la scomparsa

dei granelli di polvere più piccoli, aggregati in particelle di taglia maggiore.

Grazie a questo, i dischi non subiscono l’effetto frenante del campo

magnetico

Gli ultimi video e audio di MEDIA INAF

15.07.2016

14.07.2016

14.07.2016

13.07.2016

12.07.2016

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