COMUNICATO STAMPA
Dopo le mozioni approvate ieri dal Consiglio Regionale, che riguardano il progetto di autoproduzione energetica di KME, si leggono molte affermazioni che meritano chiare risposte.
1. Il progetto di KME migliora l’impatto ambientale.
Il progetto si basa sulle migliori tecnologie a livello mondiale, adottate da tempo nei paesi più attenti all’ambiente e allo sviluppo e sarà uno dei migliori in Europa nel suo campo di applicazione. Affermazioni diverse sono basate su presupposti falsi e ingannevoli, dettati da interessi che nulla hanno a che vedere con le concrete esigenze di tutela ambientale. Sono invece il frutto di una battaglia di propaganda sempre più incanaglita e legata a slogan, incurante delle vere esigenze ambientali, occupazionali, sociali. Il progetto di KME è diventato lo strumento di visibilità mediatica per falsari e imbroglioni. Falsari e imbroglioni che sono il vero danno all’ambiente e al benessere delle comunità.
2. Il progetto KME rispetta le norme di tutela ambientale.
Esistono autorità, leggi e normative sulla base delle quali verificare le compatibilità ambientali dei progetti, alle quali tutti, ma proprio tutti, imprese, ma anche partiti, associazioni, movimenti e singoli, sono tenuti ad attenersi. Almeno fino a quando esisterà uno stato di diritto. KME ha presentato un progetto integrato per coniugare concretamente miglioramento ambientale e sviluppo economico e occupazionale, basato su attenti studi e dati verificabili. La legge stabilisce in modo chiaro e definito i vari passaggi del percorso autorizzativo; l’azienda lo seguirà in modo disciplinato e trasparente, pronta ad attenersi alle disposizioni che verranno indicate dalle Autorità preposte, certa com’è della validità del proprio progetto sia sotto il punto di vista ambientale che di sviluppo economico, sociale e anche culturale del territorio.
3. KME non fa ricatti occupazionali.
Le dichiarazioni che hanno accompagnato le due mozioni dimostrano in modo palese la malafede di chi le ha pronunciate, continuando a parlare di ricatto occupazionale, quando è evidente che l’attuazione del progetto KME è collegata alla creazione di nuovi posti di lavoro aggiuntivi, non alla tenuta dell’occupazione attuale. Tenuta dell’occupazione che è stata garantita con ogni sforzo e che è costata all’azienda, negli ultimi dieci anni, oltre 150 mln € e ai lavoratori importanti sacrifici. Gli altri ci hanno messo solo chiacchiere e passerelle, più stanno distanti e minor danni fanno all’occupazione.
4. KME non si presta a propaganda per conto terzi.
L’azienda non si presterà a manfrine di imbonitori e politicanti che hanno il solo fine di avere visibilità e rinviare qualsiasi scelta per non far niente, come al solito. Siamo circondati da esempi negativi prodotti da questo modo di fare e dal degrado ambientale ed economico che ne consegue. Gli unici “tavoli” a cui KME è pronta a partecipare sono tutti quelli convocati dagli Enti e Autorità preposte, non certo a coinvolgersi in circhi mediatici alla ricerca di visibilità e propaganda a buon mercato.
Firenze, 01/02/2019